Questo Raduno del Cinquantenario al Calcione è stato, dal punto di vista cinotecnico, una ghiotta opportunità di confronto per il lavoro attorno ai PLI di tutta Europa – Se si potesse riassumere con una frase fatta, questa volta si dovrebbe dire che: “Quando il gioco si fa duro. I duri cominciano a giocare”.
Abbiamo visto infatti alternarsi sul ring dell’Avv. Dondina, gli attuali migliori cani d’Europa ed un’analisi panoramica ha rilevato che i numeri stanno crescendo.
In linea generale le teste hanno raggiunto un livello qualitativo medio di notevole definizione con pochissimi occhi chiari, orecchie attaccate basse o inserite troppo indietro o crani dalla forma arrotondata.
Anche i colli sono ormai dì giusta proporzione in rapporto al tronco e ben impiantati, salvo rarissime eccezioni legate però prevalentemente ad una inadeguata angolazione della spalla. Bellissimi tutti i piedi e le code sempre più lunghe.
I tronchi appaiono sì raccolti, pur tuttavia dando respiro al rene potente, cani sportivi dunque con poche dorsali piatte e nemmeno un dorso di carpa su cento soggetti.
Qualche dubbio sugli angoli, più anteriori che non posteriori, diversi metacarpi rigidi per lo più dati da spalle eccessivamente aperte; rarissime esagerazioni dell’angolo tibio – tarsico, anche se in generale abbiamo visto belle tibie lunghe e sottili.
Nel complesso le ossature sono apparse quasi sempre di ottima fattura: secche piatte e asciutte. Qualche soggetto mostrava garrese non ben rilevato, ma fortunatamente ciò è più legato a specifiche linee di sangue che non ad una vera e propria problematica generale. Soddisfacenti, nel complesso, i colori, pur tenendo presente che l’uso sempre più comune del nero carica l’isabella intensificandone la componente di rosso.
Poco male se questo dall’altro canto significa migliori pigmentazioni e grigi viranti al blu fondo.
Sui cento soggetti esposti qualcuno spiccava per classe e distinzione rimarchevoli, ma più o meno tutti univano alla qualità un’accurata presentazione: bene dunque anche per le doti caratteriali. Discorso a parte merita il movimento che non si è potuto manifestare al meglio in ragione del manto erboso non in condizioni ottimali per la stagione arida, tuttavia, eccetto qualche cucciolo alle prime armi, tutti hanno pressoché mostrato incedere fluido e spigliato.
Da quello che si è visto al Calcione, e non è poco, i Piccoli Levrieri Italiani godono, come razza, di buona salute.
“Avanti tutta!” dunque e non sediamoci sugli allori.
Agnese Spaziani